Restauro di una porta antica

di ReA Laboratorio Artigiano

Eccoci qua.

Prova che ti riprova, costruisci, intaglia, sega e scartavetra…. abbiamo trovato il coraggio di cimentarci in un’avventura per noi del tutto nuova , sui cui risultati non eravamo certo pronti a scommettere…

Se volete vedere il video che abbiamo realizzato, cliccate QUI!

La nostra cara casetta, dei primi del ‘900, muri di pietra spessi un metro e poche, molte poche modifiche apportate nei decenni : dai nostri splendidi infissi, ogni porta e ogni finestra sono diverse tra loro, l’inverno vediamo saltare dentro casa i pinguini, e qualche inuit che viene ad edificare il suo igloo sul divano… Nella piccola cucina un enorme camino di quelli attorno cui si viveva, dimezzato da una strana ristrutturazione trent’anni fa, e una grande nicchia nel muro che ci fa da dispensa ; sui muri ognuno che ha abitato quest’angolo eterno di Toscana ha dato la sua personale mano di vernice, tutti senza mai sverniciare le precedenti… Abbiamo cominciato a scrostare una parete, quando siamo entrati, ma sotto al bianco, il celeste, il giallo, il bianco e il rosso ( giuro, uno di loro ha dipinto tutta casa di rosso!!) e un po’ d’intonaco per aggrapparli bene tutti abbiamo trovato un affresco!! Tutto il muro era decorato come si faceva cento e più anni fa, fiori stilizzati e greche, una riga a delimitare…MERAVIGLIOSO!

E abbiamo lasciato stare …adesso abbiamo al piano di sopra un muro scrostato, come tanti fanno sulle facciate delle case di pietra, qualche pietra a vista incorniciata dall’intonaco nuovo; un quadro davanti al bagno di qualcuno che più di un secolo fa aveva voluto ingentilire una casa contadina,al limitare della campagna, come una dimora signorile…

Il saloncino è rimasto di un celeste accecante. Un’altra nicchia nel muro, questa chiusa da un’adorabile porta a vetri che l’ultimo pazzo ha verniciato con lo stesso smalto …grigiastro?Celestino?…di tutte le finestre (è sicuramente più facile e veloce dare una mano di smalto che copre tutto piuttosto che aggiustare…), ma quest’affronto al legno in realtà dà carattere ai nostri infissi, un carattere forte e contadino,e lieve, leggiadro, come le finestre blu che si vedono qui intorno, nelle nostre campagne.

L’affronto vero, il cazzotto allo stomaco ce lo dava ogni giorno la porta che dà al sottoscala…. una portaccia celeste come il muro, sembrava una cosa raccattata per strada trent’anni fa, ai tempi dell’unica parziale ristrutturazione : senza cornice, senza maniglia ma col più brutto ed economico dei chiavistelli,verniciata e basta come il muro. Sembrava……

Ad ogni apertura si toglieva un velo di tempera ( furbastri, lo smalto forse era finito…), per intravedere sotto un nonsochè di marrone…o grigio? o…..

E un giorno ci siamo stufati di vederla così. Senza neanche aver prima deciso il come e il quando (ma non saremmo noi…senza come nè quando anche nella vita di tutti i giorni!) l’abbiamo tolta dai cardini (stupendi, semplici e lisci, ma enormi!) e messa sui cavalletti.

E qui comincia l’avventura…. a noi non piace usare lo sverniciante, puzza, inquina e sinceramente neanche funziona tanto bene, devi sempre rimetterci le mani e rifinire i dettagli. E allora abbiamo usato subito solo le mani, le spatole per la precisione, tanto è solo una portaccia da quattro soldi!…giusto? E lo sverniciante lo abbiamo usato solo per i dettagli…

Prima sorpresa: la porta non era stata verniciata come il muro solo dall’ultimo pittore pazzo, quello del celeste. Lo avevano già fatto quasi tutti….Mancava all’appello solo uno dei due signori del bianco, per il resto abbiamo trovato il signor giallo, mister bianco e (sic!) il signor rosso pronti sull’attenti, strato dopo strato. Poi cemento. Giuro. Per me quello era cemento. Più probabilmente intonaco, ma tanto vecchio e grigio e polveroso… lo ripeto, cacchio, hanno dato il cemento sulla porta!

E poi l’affresco!! Avevano affrescato anche la porta! Era stato il suo destino sin dalla nascita, perdersi, scomparire nel muro… e ci ha incantati trovare la testimonianza di tanta cura in una casa,lo voglio ribadire, povera e contadina… Ci è dispiaciuto averlo rovinato con la spatola, averlo saputo non avremmo mai aggredito così la vernice, averlo saputo che la nostra portaccia di recupero in realtà era antica, quanto la casa, che aveva 120 e passa anni….. Non ci saremmo mai permessi di toccarla.

Ma avevamo cominciato, e a quel punto il nostro scopo è stato anche di ridarle dignità, la dignità di una casa con una Storia, e quella del legno che respira.

Ma poco, respirava… Tolto l’affresco, altro intonaco (sull’intonaco si affresca, gnoranti!Mica sul legno!). Tolto l’intonaco, ci diciamo, abbiamo finito coi lavori forzati….E no, invece. Lo stucco. E non solo sulle parti bucate o gli avvallamenti, no… Ogni nodo, ogni chiodo era stuccato per bene. E non con qualcosa color legno; sembrava stucco da muro, era biancastro…: abbiamo dovuto inventare altri utensili, lo abbiamo tolto con il succhiello, il cacciavite, la spatola! … Finito il lavoro di cesello ci siamo sentiti quasi a cavallo, e invece…L’impregnante. O quello che era.L’olio. Un colore. Color merdina (scusate il francesismo), un paio di mani. Un paio di mani impregnate da 120 anni……

Abbiamo scartavetrato, sempre a mano, per tre giorni.

Abbiamo fatto riaffiorare meravigliose gallerie di tarli soffocate dalle vernici,tre assi di due diverse essenze, nodi e venature splendidi, i chiodi della cornice interna che erano battuti e ripiegati sulle assi ( quanti decenni sono che non si usa più, che non si ribattono più i chiodi sul contrario?)…

E poi abbiamo dato noi la nostra personale mano di colore. Non sia mai che qualcuno che viene ad abitare qui non lascia un’eredità di colori…. Ma gli abbiamo dato del filo da torcere, al prossimo! Dieci mani di caffè (ci piace sempre di più, è caldo e tinge tanto gradualmente che non dà spazio ad errori). Una mano di olio paglierino rosso. Una mano di cera d’api.

E lucida, lucida…. Era talmente assetata la porta che però c’è già bisogno di ripassare la cera, ma per ora è lì, non la vogliamo toccare, ce la stiamo ancora godendo.

Abbiamo ridipinto il battiscopa (smalto….;) usa così…bianco però) e togliendo lo scotch si è scrostato un altro po’ il muro, c’è bisogno di un altro ritocchino, è in previsione.

Abbiamo trovato il chiavistello perfetto, anche se non è antico, nero su legno scuro ha un che di medievale. L’abbiamo rimontata con un rullo di tamburi nel cuore…

Ogni volta che ci cade lo sguardo sul nostro operato ci soffermiamo a rimirarlo soddisfatti…Abbiamo restaurato una porta! E, diciamocelo, è anche venuta bene!La nostra cara, piccola casetta fuori mano, un po’ agée, un po’ trasandata per gli Ikea Dipendenti,un po’ cadente adesso è un po’…meno cadente, sì. Ma con stile, il nostro stile, e vero rispetto per i suoi anni!

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